In alcuni casi, per tutelare la salute del donatore e del ricevente, è necessario sospendere temporaneamente la possibilità di donare sangue o plasma. La sospensione viene stabilita in base a specifici criteri medici e può variare per durata e motivazione.
Il donatore sospeso è una persona alla quale un medico ha certificato, durante una visita di idoneità o controllo, l’impossibilità temporanea di donare sangue.
La sospensione avviene per motivi precisi e documentati, come ad esempio viaggi in zone a rischio, interventi chirurgici recenti, assunzione di determinati farmaci o situazioni sanitarie momentanee.
È importante sottolineare che la sospensione non è autodiagnosticata: solo un medico autorizzato può dichiararla ufficialmente. Tuttavia, può accadere che una persona decida autonomamente di rimandare la donazione perché già consapevole di trovarsi in una condizione incompatibile (es. influenza, tatuaggio recente, gravidanza, ecc.). In questi casi è buona norma informare l’AVIS di appartenenza, ma sarà comunque il medico a confermare o meno la sospensione.
I criteri di sospensione temporanea includono, tra gli altri: malattie infettive, recenti interventi chirurgici o cure mediche, viaggi in aree endemiche, nuovi tatuaggi o piercing, gravidanza e allattamento. Ogni caso viene valutato singolarmente da un medico.
Visualizzali qui di seguito:
Al termine del periodo di sospensione, per tornare a donare è necessario sottoporsi a una nuova visita di idoneità.
Questa valutazione serve ad accertare che siano scomparse le condizioni che avevano causato la sospensione e che il donatore sia in buono stato di salute. Solo dopo l’idoneità certificata dal medico si potrà riprendere a donare.
Ecco le varie possibilità per chi vuole effettuare l’iter di idoneità:
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